Tra pendolari, si sa, esiste questa silenziosa solidarietà.
La stessa che ti fa cedere il passo all’altro mentre si è in fila per salire sul treno.
La stessa che non ti fa dire “hey, abbassa la voce!” mentre il tizio accanto a te sclera al telefono dopo una giornata di lavoro.
La stessa che ti fa compatire l’altrui sbadiglio della mattina.
Il più delle volte non ci parliamo, ci limitiamo a osservarci silenziosamente.
Ma il web serve a questo, a poterci trovare, conoscere, confrontare. E soprattutto, serve per condividere.
Ho scoperto un vivissimo sottobosco di blogger-pendolari che come me hanno deciso di condividere le loro storie.
Tra questi, Pendolante mi ha fatto qualche domanda e io le ho risposto molto volentieri.
Pendolante usa una citazione di Bergonzoni in apertura del suo blog: il treno è storie, ma anche geografie.
E meglio di così non poteva dirlo perché ci sediamo a raccontare.
Insomma, tutto questo per dire che dovreste visitare il suo blog.
E, se siete curiosi di sapere cosa mi ha chiesto e cosa le ho risposto, qui trovate la mia intervista, della quale sono orgogliosissima.
Vengo a leggerti, su indicazione di Pendolante. Che poi è andare a colpo sicuro, perché l’amica è blogger che difficilmente sbaglia nelle sue segnalazioni.
Ti seguirò ma comincio con un’obiezione al tuo sottotitolo, che è: “Essere gli uni, non esclude di essere gli altri.” 🙂
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Hai perfettamente ragione. Del resto, c’è amore anche nei silenzi. Intanto, ti ringrazio per la fiducia.
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Grazie a te. 🙂
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Felicissima di averti ospitata con la tua bella intervista 🙂
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